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venerdì 10 settembre 2010

Delirium noir retorico e stereotipico

E' notte, ore 02:00 circa. Non riesco a prendere sonno, fa pure caldo.
Mi siedo di fianco alla finestra a fumarmi una sigaretta. Sul davanzale c'è una civetta di spalle. Appena sente il rumore della sedia che scricchiola lievemente mentre mi siedo, girà di scatto il capo: "Ciao. Scusa, ti dà fastidio se sto quì?"
Io: "Figurati. Tutto bene? Vuoi che ti offra qualcosa da bere?"
C.: "No, grazie. Sto lavorando. Come se avessi accettato".
Io: "Che lavoro è?"
C.: "Consiste nel mettersi nella pertinenza di una casa dove sta per morire qualcuno".
Io: "Figo. Pagano be..? ... ehi ehi ehi! calma, come sarebbe sta storia? sto per morire?!"
La civetta tira fuori un foglietto dal taschino sotto l'ala sinistra, dà un'occhiata.
C.: "beh, pare di sì"
Io: "ma scusa, che ne sai tu? io sto bene"
C.: "c'è stato un appostamento da parte del mio collaboratore, sul terrazzo del palazzo di fronte. Ruggero, il gatto nero. Eccolo è lì". Effettivamente sul terrazzo di fronte c'è un gatto nero che saluta con la zampetta.
R.: "Ciao Cataldo, c'hai caldo? ahahahah!".
Cataldo fa un gesto con l'ala, accompagnato da un girare lo sguardo verso di me con accennato sorriso, come a dire -non farci caso, è così-.
C.: "si diverte con niente. Ma è un bravo gattuccio, lavoratore".
Io: "Ehi, ma siete dei gran simpaticoni tutti e due, avete mai pensato a zelig? Cazzo, mi dici perchè sto per morire?"
(Intanto si ode il gatto Ruggero da lontano canticchiare "t'aggij voluto bene assaie")
 C.: "il gatto nero si aggira per una settimana sul terrazzo di fronte e qualche ora prima del decesso, la civetta si posa sull'abitazione del moribondo. Sono istruzioni che ci danno, per questioni burocratiche manco veniamo a sapere il perchè".
Io: "...Ok, bella la scenetta, ma è solo ciò che succede nei racconti popolari del sud, non ci credo"
C.: "non ci credi, eh?!"
Io: "NO!"
C.: "non hai nessun malessere? neanche un dolorino da qualche parte? niente di niente?"
Io: "NO, NO e NNO! Adesso andatevene affanculo, tutti e due, forza!"
C.: "Capisco..." dice abbassando lo sguardo e gesticolando un po' con le ali. D'un tratto, con scatto fulmineo mette l'ala sinistra sotto l'ala destra, tira fuori una Calibro 7.65 e me la punta addosso
C.: "ADESSO HAI CAPITO FIGLIO DI PUTTANA?! EH?! EH?!"
Io: "No, ti prego! Cosa ho..."
C.: "trema, STRONZO!"
Io: "Co-cosa ho fatto?! Cosa vuoi da me?!"
C.: "Adesso non fai più il buffone, eh! Maledetto!"
La voce del gatto Ruggero da lontano: "Dai fallo fuori. Sparagli in faccia a quel figlio di puttana e andiamo a casa"
C.: "zitto tu, CAZZOOO!" agitando la pistola in un escalation di nervosismo. Torna con lo sguardo su di me e cercando di apparire calmo "ascolta, non ce l'abbiamo con te"
Io: "ma allora che..."
C.: "CHIUDI QUELLA FOGNA, STRONZO! ... dicevo, non vogliamo farti del male ma apri bene quelle orecchie del cazzo; Federico, il canarino perbenista del quinto piano, ci ha detto che non hai firmato la petizione per lo sgombero dei Rom che la sua padrona ti ha chiesto gentilmente"
Io: "non voglio firmare. Mi sembra che non stia succedendo niente di brutto da queste parti. Tra l'altro quella è leghista, le danno proprio fastidio alla vista".
C. (dopo avermi dato uno schiaffo con la pistola, me la appoggia sotto il naso): "Ecco, bravo. E io t'ammazzo".
Io: "Ma... chi siete voi?!"
R.: "Che cazzo aspetti? Bucagli quella faccia di cazzo" (mentre è seduto, sempre di fronte, a rollarsi una canna).
C.: "(ufffh!) allora ti diamo un'altra possibilità, la vuoi o risolviamo tutto subito?"
Io: "ho capito, a voi vi manda il governo".
C.: "AHAHAHAHAHAHHA!"
R.(poco in ritardo, e sempre in lontananza): "AHAHAHAHAHAH!"
C.: "sei uno spasso. Allora te lo dico, visto che ti trovi lontano anni luce dalla realtà. Tu mi eviti, fai sempre finta di non vedermi, non vuoi che gli altri ti vedano con me, ma sono con te quasi da sempre. Sono il tuo lato oscuro, quello razzista, xenofobo, omofobo, ..."
Io: "Ok basta con le palle. Non è possibile, io non c'ho neanche un lato oscuro così. Non potrei avercelo, sono cresciuto ad una certa maniera io. Non è che sei il lato oscuro di qualcun altro?"
C.: "bello mio, sei cresciuto come sei cresciuto ma sottovaluti la potenza della tv"
Io: "di tv ne ho guardata tanta, è vero, ma un certo tipo di tv. E quando per sbaglio son passato da quella tv che rende la gente così, andavo oltre; è impossibile quindi"
C.: "questo è quello che hai sempre fatto, ma io alla fine ho le sembianze di una civetta, quando mi poggio sulla tua finestra le mie zampe mi permettono di stare solo di spalle, quindi ho sempre visto la tv del tuo dirimpettaio".
Io: "stai scherzando?! e io devo subire le conseguenze del tuo handicap?!"
C.: "se solo tu avessi imparato a conoscermi meglio e mi avessi tenuto di più al tuo fianco, avrei visto la tv che vedi tu, sarei cresciuto con te e mi avresti ammaestrato. Così siamo due cose separate. Ah, e ti odio".
Io.: "capisco... ma invece quel soggetto lì, Ruggero, chi minchia è?"
C.: "lui rappresenta qualcosa che ti segue sempre e che tieni a debita distanza, è lo sclero, la perdita dei freni inibitori".
Io.: "sì ma perchè vi siete fatti vedere solo ora?".
C.: "perchè abbiamo visto che ti sei sistemato, un lavoro fisso, la casa, una moglie, ..."
Io: "eh, ebbè?!"
C.: "Ora ti puoi sbracare. Hai visto anche tu, tipo i tanti artisti anche famosi o politici che da giovani avevano certi valori, una volta sistemati si sono uniformati ai peggiori"
Io: "... sc-scusa, c'è un modo per usc... ma si può fare smettere quello?" (ruggero che canta "bomba! un movimento sensual! bomba! un movimento mui sexy!")
C.: "RUGGERO PORCA TROIAA!"
R.: "oh, scusate, eh. Che colpa ne ho io se sono un tipo allegro"
Io: "dicevo, c'è un modo per uscire da questa situazione?"
C.: "Sì..."
Io: "Eh, allora?"
C.: "Fammi stare con te, adottami".
Io: "Forse hai inteso male il termine -uscire- , non ho nessuna intenzione di avvicinarvi ancora, anzi. Oddio, forse il gatto lo terrei, ma vedendolo è il tipo che gira con l'erba in tasca facendo le linguacce ai cani anti-droga, forse mi procurerebbe solo guai".

C.: "Ok, allora soldi".
Io: "Eh?! Ecco lo sapevo, tutta sta sceneggiata..."
C.: "Sto cazzo, tutta sta sceneggiata. Un tipo qualche anno fa si rifiutò di pagare e dovette cambiare fazione politica, contraddicendo totalmente ciò che predicava fino a prima e pur essendo bisex in un partito di omofobi moralisti".
Io: "Credo di aver capito di chi stiamo parlando".
C.: "Ah, sapevo avessi capito. Tipo strano quello... sai, dorme nudo con le scarpe di suola, e le babuscie da sopra le scarpe. Ecco perchè quando lo vedi in tv sembra sempre stanchissimo".
Io: "Non ho contanti, va bene un assegno?"
C.: "purchè sia coperto".
Compilo l'assegno.
C.: "ehi, ma da quanto l'hai fatto?"
Io: "conta gli zeri"
C.: " 1, 2 , 3 ,4,... 7. Sette zeri? cento miliardi?"
Io: "Ehm, sì"
("Brigitte Bardot, Bardot..." - sempre Ruggero)
C.: "Cacchio, allora, bene. Bada però, che se questo assegno da ... da... cos'è questa stanghetta?"
Io: "E' un uno"
C.: "ehi, mi volevi fregare, uno è un numero che vale poco"
Io: "Cataldo, CATALDO, mi meraviglio di te. Chiedi a Ruggero, RUGGERO! QUANTO VALE UN UNO SE VICINO CI SONO TANTI ZERI?!"
R.: "Assai, se sono due è cento, se sono tre è cinquantamila, se sono cinque sono un miliardo, se sono 7 sono un milione di miliardi"
C.: "Ok, mi hai convinto, ma dicevo che se questo assegno da 000000/01 euro è falso, ritorno"
Io: " Se è vero però dammi la parola che non ritorni"
C.: "Parola di civetta. Addio."
Io: "Addio".
Se ne vanno.
"Pollo, ho capito subito che non era il tipo disposto a stare con me anche quando ero a scuola".

domenica 5 settembre 2010

Il figlio del principale

sabato 4 settembre 2010

Il Creazionissimo (parte III): Il Diluvissivo (parte I)

Riassunto delle puntate precedenti: bricolage, sputazza creativa, mela, forum, sudore, mobbing, Ted Bundy

...

A un certo punto arrivò Noè. Così.

Noè era uno che pregava sempre, pregava, pregava e pregava. Ormai aveva perso tutto, amore e lavoro, per questo hobby.

Sta di fatto che dio ascoltava tutte ste preghiere, che intasavano la sua segreterìa telefonica. Non ce la faceva più, anche perchè arrivavano preghiere anche alle 3 di notte.

Un bel giorno, l'ennesima preghiera fu la goccia che fece traboccare il vaso: gli arrivò nel mentre era a letto con la moglie di Noè (che si dava a chiunque ormai, con quel soggetto di marito che si ritrovava).

Che poi Noè quella volta aveva pure sbagliato, non stava pregando, chiamava l'ACI per chiedere se per caso fosse partito con la pressione di 300 millibar e con una previsione di mal tempo a Modena alle 17, mantenendo una velocità media di 125Km/h circa, se ce la faceva a scamparsi la perturbazione.
Noè ve lo ricordate, no? Non quello con l'alfa sud rossa.

Comunque dio non volle sapere niente e stava lì lì per fulminarlo quando fu fermato dal citofono. Era l'ufficiale giudiziario che gli ha notificato l'ingiunzione di pagamento delle bollette arretrate della luce che creò qualche anno prima.

A quel punto si rese conto che non poteva uccidere Noè, che era l'unico di tutta l'umanità a pagare le bollette. Piuttosto gli salì la scimmia contro tutti gli altri.

Allora gli venne una bellissima idea che gli avrebbe consentito di prendere due piccioni con una fava, e pensò "Mo' li ammazzo tutti con un bel diluvio, sti stronzi, e intanto salvo l'unico fesso che pag... ahia! piano Noemi*, fai attenzione con sti cazzo di denti... facendogli costruire un qualcosa per salvarsi la pelle, così intaffarato vediamo se ha il tempo di pregare".

Appena apprese il piano, Noè si lamentò del fatto che da solo non poteva farcela a costruirsi una imbarcazione. A quel punto dio, nella sua immensa onnipotenza e bontà, indusse la prima crisi della fiat, provocando il licenziamento dei suoi tre figli che erano emigrati al nord per lavoro facendoli così tornare a casa e rendendoli disponibili. Facendolo passare anche per favore: "visto che sei tu...".

"Grazie dio!" (Lo si può solo ringraziare, e occhio a non far trasparire sarcasmo).

Trasformò i tre figli Sem, Cam e Iafet rispettivamente in fabbro, falegname ed arredatore di interni gay.

Dio diede i mezzi per costruire un canotto: gli attrezzi da lavoro, i materiali e i soliti fascicoli De Agostini che collezionava, già serviti in precedenza e che ormai giacevano in soffitta. Ma siccome c'era tanto materiale che se no sarebbe andato perso, lo costruì un po' più grande.

La prima volta non è riuscita granchè bene, tanto che quella strana imbarcazione venne chiamata come la reazione avuta al primo sguardo: "Yatch!"

Tra l'altro avvenne un grosso inconveniente: al suo interno, oltre l'umidità, s'era formato Briatore. A questo punto Noè decise di sbarazzarsi di tutto, con una telefonata anonima al 117.

Con quel poco materiale rimasto (relativamente a quanto impiegato prima), i quattro riuscirono a costruire una gigantesca arca, anche se rudimentale (Iafet era stato tutto il tempo ad un party sullo yatch).



(...e forse continua...)


*Sì ok, Noemi la moglie di Noè, ok, ok, non ho fantasìa, ok.